Pellegrinaggio con i giovani a Nazareth 15.02 1994.
Ritengo molto bello l’esserci trovati tutti assieme oggi, provenienti da diverse realtà della nostra Diocesi, perché questo é il punto dove ha avuto inizio la nostra storia comune. In questa grotta, davanti a noi, in questo umilissimo abitacolo tra le rocce, é avvenuto il Fatto che ha dato inizio alla nostra redenzione. Perciò é un momento molto significativo trovarci a celebrare l’Eucarestia e a pregare tutti, assieme, perché sottolinea il fatto della nostra unità.
Di fronte a questo luogo proviamo un sentimento di stupore in quanto esiste una sproporzione immensa tra la pochezza e la povertà di questa grotta, e la piccolezza della ragazza che vi ha vissuto, e la grandezza incommensurabile del Mistero che qui si é compiuto.
Non possiamo non restare meravigliati del fatto che il Signore abbia scelto una creatura umilissima e una circostanza priva assolutamente di significato davanti agli occhi del mondo, per mettersi in contatto, assumendola, con la nostra umanità, con tutto il genere umano, quindi anche con noi, instaurando quel rapporto sviluppatosi come storia e fatto della nostra salvezza.
Il fatto che più mi colpisce é pensare alla profonda interiorità con la quale Maria di Nazareth, una ragazza di solo 17 anni, ha saputo vivere la Sua vocazione. Perciò proprio di fronte a questa interiorità, dobbiamo capire che la nostra vita non vale per quello che facciamo; ma per quanto é dentro il nostro cuore; vale per l’interiorità con la quale viviamo la nostra esistenza. E grazie alla segreta attesa vissuta da Maria, all’intima profondità interiore con la quale ha saputo attendere che qualche cosa accadesse; grazie al modo con il quale ha vissuto l’avvenimento dell’incontro con Dio dentro il suo cuore, che é stato possibile per Lei diventare la Madre di Dio. Il fatto che La rende grande, sopra tutte le donne, non é tanto quello di essere stata Madre di Dio, perché questo é dipeso dalla volontà del Padre – é Lui che la rese madre – bensì é l’umiltà del Suo spirito, della Sua libertà offerta, con la quale ha saputo accettare l’evento preparatole dal Padre già prima della creazione del mondo. Questa ragazza così umile così intensamente viva nel suo cuore, tanto da non essercene stata un’altra simile per profondità di abbandono in Dio, ha rappresentato tutta l’umanità, quindi anche noi. Perciò io penso che se tornassimo a casa portando dentro di noi un po’ della sua consapevolezza interiore, faremmo un grandissimo passo avanti nella nostra vita. Perché è dentro l’interiorità della nostra esistenza che possiamo dire il nostro “sì” al Signore; é dentro il segreto del nostro cuore, é dentro l’intenzione ultima della nostra anima e della nostra mente che giochiamo la nostra vita. Non sono di certo i fatti esterni che la rendono valida, bensì é nell’intenzione profonda con la quale viviamo, che la nostra esistenza si valorizza e diventa feconda.
Di fronte alla. Madonna ci rendiamo immediatamente conto di quanto noi, pur realizzando mille cose anche buone, pur pregando, pur celebrando, possiamo ancora essere superficiali. Pertanto è nella nostra intima, totale adesione al Signore che si verifica, si realizza il nostro vero rapporto on Lui e si attua il nostro destino nel bene e nel male.
Oggi noi, specialmente i giovani, posti di fronte al problema dell’avvenire, della vocazione, dobbiamo chiedere alla Madonna di renderci attenti, di aiutarci a capire il valore della libera e consapevole interiorità del cuore. Ciò che veramente ha valore per la nostra vita é la profondità del nostro spirito e la nostra intenzione ultima.
Prego perché tutti quanti possiamo tornare a casa con dentro l’immagine di questa ragazza, diventata Madre di Dio e, attraverso Cristo, Madre di noi tutti, la quale nell’intimo del Suo cuore si é donata totalmente al Signore. Se ricevessimo oggi la grazia di consacrare tutta la nostra vita al Signore, allora oggi si compirebbe, in modo definitivo, la salvezza dentro la nostra persona.