Biografia

Note biografiche

Eugenio Corecco nasce ad Airolo da Pietro Corecco e da Margherita Beffa il 3 ottobre 1931. La famiglia, attinente di Bodio, si trasferisce a Chiasso, dove il padre è impiegato nelle ferrovie. A 12 anni Eugenio entra nel Seminario San Carlo a Lugano, appena un mese prima della morte prematura del padre. Vi compie gli studi ginnasiali e liceali. È poi inviato dal Vescovo Angelo Jelmini a Roma al Pontificio Seminario Lombardo. Studia teologia all’università Gregoriana. Il 2 ottobre 1955, un anno prima del conseguimento della laurea, è ordinato prete da monsignor Jelmini a Bodio. L’anno seguente è inviato nella parrocchia di Prato Leventina. Nel 1957 diventa cappellano militare nel reggimento fanteria montagna 30.

Nell’ottobre del 1958 lascia la parrocchia per proseguire gli studi di diritto presso l’università di Monaco di Baviera, dove consegue il dottorato Summa Cum Laude nel 1962. Nel 1965 ottiene anche la licenza in diritto civile presso l’università di Friburgo (Svizzera). Durante gli anni di Friburgo è membro attivo dell’associazione studentesca Lepontia cantonale, di cui diventa assistente spirituale nel 1964. Egli sente profondamente l’esigenza che le associazioni cattoliche siano soprattutto ambiti di educazione alla fede e, nel solco delle direttive del Concilio Vaticano II, si volge con interesse ai nuovi movimenti. In questo periodo incontra don Luigi Giussani, fondatore del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione. È l’inizio di un’amicizia che durerà tutta la vita e della decisione di diffondere quell’esperienza ecclesiale nella realtà svizzera. Nell’ottobre del 1965 è di nuovo a Lugano come professore di diritto canonico nel Seminario maggiore e insegnante al Seminario minore. Dal dicembre dello stesso anno assume anche la carica di officiale del tribunale ecclesiastico. Continua l’impegno con la realtà studentesca occupandosi della Gaunia, l’associazione che raduna i liceali cattolici. Nel luglio del 1967 ritorna a Monaco di Baviera in qualità di assistente della cattedra di diritto canonico e nell’autunno del 1969 è nominato professore di diritto canonico all’università di Friburgo (Svizzera). In questa sede don Eugenio dedica preziose energie allo sviluppo della presenza di Comunione e Liberazione, che avrà nella «casa di Gambach», nella quale decide di abitare con alcuni giovani e sacerdoti, un stimolante punto di riferimento culturale e spirituale per numerosi studenti, colleghi ed amici. Dal 1979 al 1981 è decano della facoltà di teologia. Insieme con Angelo Scola, oggi Vescovo emerito di Grosseto, rettore della Pontificia Università Lateranense e preside dell’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, dà avvio all’edizione italiana della rivista teologica Communio, la cui edizione tedesca è iniziata da Hans Urs von Balthasar e dal futuro cardinale Joseph Ratzinger. In questo periodo intensifica l’attività scientifica e didattica: dà alle stampe numerosi saggi monografici e pubblicazioni, partecipa a convegni ed incontri di studio, tiene cicli di conferenze e corsi in diverse università europee, tra le quali l’università Cattolica di Milano, la Facoltà teologica protestante di Ginevra e l’università di Perugia.

Nel 1980 organizza a Friburgo il IV Congresso internazionale di diritto canonico sul tema «I diritti fondamentali del cristiano nella Chiesa e nella società». Al termine del convegno viene eletto Vice Presidente della Consociatio internationalis studio iuris canonici promovendo, sodalizio che riunisce oltre 500 studiosi e docenti universitari di discipline di interesse ecclesiale, appartenenti a 54 nazionalità. Nel 1987, al congresso di Monaco di Baviera, ne diverrà Presidente e sarà riconfermato a questa carica al termine del congresso di Lublino (Polonia) nel 1993.

Nel 1982 Giovanni Paolo II lo chiama come esperto nella commissione cui è affidata l’ultima revisione del nuovo Codice di diritto canonico, promulgato nel 1983. Il Papa lo nomina anche consultore della Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica di detto Codice. Nonostante gli impegni scientifici, prende parte attiva alla vita ecclesiale svizzera, come membro di diverse commissioni della Conferenza dei Vescovi svizzeri. A più riprese collabora con l’Ufficio Centrale Emigrazione Italiana, in qualità di consulente teologico per le questioni riguardanti gli emigrati italiani e le chiese locali che li accolgono.

Il 31 maggio 1986 Giovanni Paolo II chiama Eugenio Corecco alla sede episcopale di Lugano; è consacrato il 29 giugno da monsignor Henry Schwery, Vescovo di Sion e presidente della Conferenza episcopale svizzera. Lo stesso giorno prende possesso della diocesi.

Convinto dell’esistenza di un divario tra fede e vita, al cuore della sua preoccupazione sarà la rinascita della vita cristiana attraverso l’incontro con la compagnia viva e quotidiana della Chiesa. Richiama costante mente la necessità di una nuova evangelizzazione, che promuove attraverso le scuole della fede, cioè la catechesi per gli adulti. Rivolge particolare attenzione alla pastorale giovanile: partecipa con numerosi giovani della diocesi alle giornate mondiali convocate da Giovanni Paolo II, indica pellegrinaggi a diversi santuari ed in Terra Santa e rivalorizza l’Azione Cattolica, nella quale riesce a coinvolgere, nel giro di pochi anni, centinaia di ragazzi e ragazze. Affronta con determinazione anche la difficile situazione finanziaria della Chiesa ticinese: invita le parrocchie ed i sacerdoti a costituire due fondi per il sostentamento del clero ed il sostegno delle attività diocesane. Nel medesimo tempo avvia i contatti con il governo ticinese per la revisione della legge civile-ecclesiastica, che risale al 1886, e per la definizione dell’imposta di culto. A questi scopi viene nominata una commissione paritetica. Istituisce una commissione diocesana per le comunicazioni sociali e rinnova la direzione del «Giornale del Popolo». Nell’autunno 1987 apre presso il Collegio Pio XII il «Liceo diocesano», che affida alla direzione dei Padri Salesiani. Per aiutare la crescita spirituale della diocesi, favorisce l’insediamento di comunità religiose.

La considerazione di cui gode in campo ecclesiale trova significativa conferma nella partecipazione, come membro di nomina pontificia, alla VII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocato a Roma da Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1987, per approfondire il tema della «Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo a 20 anni dal Concilio Vaticano II». Offre un importante contributo ai lavori, collaborando alla redazione dei Lineamenta introduttivi del dibattito ed intervenendo a proposito di argomenti cruciali, come la natura teologica dei sacramenti (in particolare della confessione), l’indole secolare dei laici, il rapporto tra istituzione e carisma e quindi tra autorità ed aggregazioni laicali, con particolare attenzione ai movimenti ecclesiali, alla formazione del clero ed alla sua unità con il Vescovo.

L’impegno pastorale, scientifico ed umano di Eugenio Corecco culmina con la fondazione dell’ Accademia teologica di Lugano, nell’ottobre del 1992. In questa iniziativa, maturata gradualmente nel tempo, e che, nella sua fase attuativa, incontra singolare attenzione e sostegno da parte del Santo Padre, convergono una pluralità di motivazioni, che ben riflettono la ricchezza della personalità del Fondatore. All’origine sta certamente la sollecitudine del pastore, che vuole ricondurre alla responsabilità della diocesi l’importante momento della formazione intellettuale ed umana dei seminaristi, riportando il seminario al centro dell’ambiente ecclesiale e sociale in cui i futuri sacerdoti svolgeranno il loro ministero; ma vi è anche la preoccupazione dello studioso, che avverte come l’opera di evangelizzazione, cui sono chiamate tutte le componenti del popolo di Dio, non possa essere disgiunta né da una salda preparazione intellettuale e culturale né dal riferimento fedele e costante al Magistero della Chiesa. È infine presente la sua sensibilità umana, consapevole delle sfide che provengono dal confronto con ambienti e valori secolarizzati, ai quali egli intende offrire, con l’annuncio e la testimonianza della fede, il contributo della presenza cristiana, tanto più costruttivo quanto più capace di cogliere criticamente gli avvenimenti del suo tempo.
Con queste motivazioni, il progetto di istituire a Lugano un’accademia di studi teologici e filosofici, aperta a seminaristi e a fedeli laici provenienti anche da altre realtà, in particolare dalle Chiese dell’Est europeo e del Terzo Mondo, ha immediatamente trovato ampio favore tra numerosi studiosi che, condividendo le finalità ed il metodo pedagogico di tale istituzione, hanno collaborato alla formazione del corpo docente. Per consentire il sostegno economico dell’iniziativa, Eugenio Corecco erige nel 1991 la Fondazione ecclesiastica «Monsignor. Vincenzo Molo». Con decreto dell’8 maggio 1992 la Congregazione per l’educazione cattolica riconosce l’Istituto di teologia di Lugano e ne approva ad experimentum quinquennale gli statuti e l’Ordine degli studi. Con procedura insolitamente abbreviata, l’Istituto viene eretto a Facoltà, con diritto di conferire titoli di dottorato validi per la Chiesa Universale, già il 20 novembre 1993. Contemporaneamente, nel contesto di un ampio programma di rivitalizzazione degli studi filosofici e teologici, è stata ideata da un Comitato scientifico internazionale, riunito sotto la denominazione di AMATECA e presieduto da monsignor Corecco, la pubblicazione di una serie di manuali di teologia cattolica.
Per il suo impegno scientifico, connotato da una profonda novità metodologica nello studio del diritto canonico, che, ponendo a fondamento delle strutture ecclesiali la realtà ontologica della communio, ha consentito di valorizzare anche le implicazioni teologiche di tale disciplina, nonché per i meriti della sua opera pastorale ed educativa, la Facoltà teologica dell ‘università di Lublino gli conferisce, nell’aprile del 1994, il dottorato honoris causa.

Già dall’aprile 1992 si sono manifestati i primi sintomi della sua grave malattia. Dopo un’iniziale fase di regresso, il male si ripresenta in forma particolarmente aggressiva nel dicembre 1993, inducendo il vescovo ad informare personalmente i fedeli circa il suo stato di salute. Con la serenità dell’uomo di fede ma anche con la determinazione di un carattere abituato ad affrontare le situazioni della vita, egli chiede le loro preghiere ed un rinnovato impegno ecclesiale. Comprende che la sua malattia è una preziosa occasione di fecondità per il suo ministero pastorale, che adempirà fino alla fine con una donazione di sé, che ha profondamente segnato la coscienza del suo popolo.

Muore a Lugano il 1. marzo 1995, mercoledì delle Ceneri, ed è sepolto nella cripta della basilica del Sacro Cuore, accanto ai suoi predecessori.